Siqueiros e gli“accidentes controlados”:i murales e la pirossilina

All’interno di Palazzo Fava potete visitare fino al 18 febbraio, la mostra “Mexico – La mostra sospesa” con alcune opere tra le più significative della pittura muralista messicana, rappresentata dai tre grandi artisti: José Clemente Orozco, Diego Rivera e David Alfaro Siqueiros.
Questi grandi pittori del Messico post-rivoluzione erano impegnati non solo al servizio delle ideologie rivoluzionarie ma anche all’uso delle nuove tecniche e materiali per gli immensi dipinti murali che realizzavano sugli edifici pubblici e privati. Le nuove costruzioni in cemento non erano però superfici adatte alla tecnica tradizionale dell’affresco. Fra di loro, Siqueiros si sforzò per trovare una tecnica alternativa per operare direttamente sul cemento, ed è proprio per questo motivo che l’artista messicano viene considerato il più grande studioso e sperimentatore di nuove tecniche e colori della industria moderna.

Siqueiros, dalla fine degli anni 1930, iniziò a dipingere su muro con i silicati di etile (derivati dei siliconi) e con gli smalti alla pirossilina (nitrocellulosa a base de acido nitrico, cotone e cellulosa) utilizzati in genere per verniciare le auto. L’artista aveva l’obiettivo scientifico di scoprire le qualità proprie dei materiali coloranti industriali, le loro resistenze, compatibilità, gli effetti controllabili e casuali (azioni che lui stesso chiamava “accidentes controlados”) con l’intenzione di migliorare le tecniche dell’arte pubblica e sociale a livello architettonico e urbano. Queste manipolazioni della pirossilina per creare forme capricciose ma accidentalmente controllate, affascinarono artisti come Jackson Pollock.
Per quanto riguarda l’uso degli smalti alla pirossilina, lo stesso Siqueiros chiese alla DuPont, la ditta produttrice del Duco (uno smalto per interni alla nitrocellulosa ma con aggiunta di canfora come plasticizzante), di mettere a punto per lui un particolare tipo di smalto, più liquido di quello in commercio.
Nelle opere del 1945 Siqueiros cominciò ad incorporare l’asbesto (amianto) per far sì che la pirossilina fosse più ruvida ed ottenere un impasto più spesso.
Siqueiros impiegò la pirossilina in supporti di Celotex (compensato di legno), materiale che, a contatto con questa sostanza sintetica, si rigonfia, tendendo a diventare l’alloggio perfetto per microrganismi e batteri. Di conseguenza, lo strato pittorico rischia di cadere.
Effettivamente, tutte queste tecniche risultarono molto innovative e testimoniano il suo genio creativo e di sperimentazione, ma allo stesso tempo Siqueiros non rifletté sugli effetti e il comportamento che potevano avere queste sostanze con il progredire del tempo, in funzione della conservazione.
Nell’innovare capita spesso di sbagliare. Anche Siqueiros commette un errore simile, e questo succede solo con gli artisti arditi, quelli che si azzardano a modernizzare la pittura, la storia dell’arte stessa.

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