Gli albori del cinema a Bologna

1917 Felsina Film Bologna, dalle collezioni di Genus Bononiae

1917 Felsina Film Bologna, dalle collezioni di Genus Bononiae

In occasione della X edizione di ARTELIBRO del 2013, la Cineteca di Bologna, ha presentato la versione restaurata della pellicola Ma l’amor mio non muore!, un melodramma d’amore con Lyda Borelli, ricordata come una delle nostre più seduttive attrici di tutti i tempi. Ah, il fascino del cinema!

Così dopo Hanno rubato un tram e Il cinema parla!, continuiamo a parlare delle origini del cinema a Bologna.

In città, la prima proiezione avvenne il 2 settembre 1896 al Teatro Brunetti (ora Duse) ed era abbinata ad una recita teatrale. La seconda si tenne solo in dicembre al Teatro del Corso. Inizialmente, la novità non riscosse grandi consensi: la qualità tecnica era talmente bassa da non entusiasmare né stupire più di tanto. In seguito, il cinema diventò più che altro ambulante: si poteva frequentare nei baracconi di piazza VIII Agosto. L’affinarsi dei mezzi tecnici e l’arricchirsi delle trame riuscì ad invertire la rotta e nel 1904 si ebbe la prima sede stabile in una sala di via Rizzoli, che assunse il nome di Marconi.

Il pubblico crebbe in modo esponenziale e Bologna iniziò letteralmente a pullulare di sale: nacquero il Sempione, il Radium, l’Ideal, il Modernissimo e così via. Tra i più noti e frequentati: il Bios, il Savoia e il Fulgor. Le proiezioni erano accompagnate da pianisti che “commentavano” lo svolgersi della trama con musiche tragiche o gioiose, a seconda del caso.

Gli attori e le attrici, spesso provenienti anche dal teatro, divennero veri e propri professionisti della nuova arte. La fama li rese divi: si fa risalire proprio al 1913 la nascita di questo fenomeno di idolatria popolare. Tra le donne si ricordano sopra tutte la già citata Lyda Borelli e Francesca Bertini. Nel 1917 a Bologna fu fondata anche una Casa Cinematografica (con sede in un capannone in via Castellata) cui fu dato il nome di FELSINA FILM, che purtroppo ebbe vita breve a causa del fortissimo deficit economico accumulato.

Nel 1929 l’avvento del sonoro rivoluzionò tutto e l’alone di mistero e di fascino suscitato dal muto scomparve. Non così il mito del cinema e dei divi: chi di noi non ama un attore o un’attrice e non ha o ha avuto un poster nella sua stanza da adolescente?

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