Annibale Ninchi: da Euripide a Fellini passando da D’annunzio

La Dolce Vita 1
Il 20 novembre 1887 nasceva a Bologna Annibale Ninchi, uno dei più grandi interpreti del teatro classico e dannunziano d’Italia.
Figlio di genitori marchigiani, ebbe i natali nella nostra città per caso, dal momento che il padre era ufficiale del Genio e, come tutti i militari, spostava spesso la sua residenza.

Spinto dal padre, iniziò gli studi tecnici per avviarsi lui stesso alla carriera militare, ma a sedici anni la sua prepotente vocazione verso la recitazione lo spinse ad interromperli e a trasferirsi a Firenze per frequentare la Scuola diretta da Luigi Rasi, incoraggiato in questo da Giosuè Carducci, vicino di casa della famiglia.

Ben presto iniziò l’apprendistato nelle migliori Compagnie italiane, tra le quali la Fumagalli-Franchini, quelle di Ermete Zacconi e di Giacinta Pezzana. La sua carriera proseguì sempre in salita presso la Compagnia Stabile di Milano e quella del Teatro Argentina di Roma, con Irma Gramatica e Ruggero Ruggeri.

Grande interprete di drammi classici del teatro antico, dotato di una voce potente e di una gestualità misurata nonostante il fisico prestante, si distinse nella messa in scena di testi di Euripide e Sofocle, non disdegnando il teatro moderno con ruoli in lavori di Sem Benelli e Ercole Luigi Morselli. Né trascurò i grandi scrittori stranieri come Shakespeare, Dumas, Ibsen e Shaw.

D’Annunzio, tuttavia, rimaneva tra i suoi autori preferiti e memorabili rimasero le sue rappresentazioni de La figlia di Jorio, La fiaccola, Parisina. La tragicità dei personaggi del Vate, forgiati sul modello degli eroi classici che tanto gli si confaceva, lo resero, come già ricordato, uno dei più grandi interpreti dannunziani.

Anche nel secondo dopoguerra, proseguì la sua attività con Squarzina e con Visconti, recitando accanto a Vittorio Gassman. Insegnò recitazione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica su invito di Silvio D’Amico.

La sua poliedricità, tuttavia, lo portò a lavorare anche nel cinema fin dai tempi del muto. Negli anni Trenta fu tra i principali protagonisti della mitica pellicola di Carmine Gallone Scipione l’Africano; girò poi diverse pellicole fino a che Federico Fellini non lo scelse per il ruolo del padre ne La Dolce Vita e 8 e 1/2.
Una curiosa circostanza legava i due: mentre Fellini nasceva a Rimini la sera del 20 gennaio 1920, Ninchi recitava a pochi passi da casa sua in Glauco presso il locale Politeama. Queste ultime interpretazioni, pur nel ruolo di caratterista, lo resero universalmente noto al grande pubblico.

Morì a Pesaro il 15 gennaio 1967.

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