La “maledizione” di Ezio Pascutti e la gloria del calcio passato

caricatura Ezio Pascutti_web

Caricatura autografata di Ezio Pascutti – Fondo Brighetti delle Collezioni d’arte di Genus Bononiae

Per chi non è più tanto giovane il nome di Ezio Pascutti evoca i tempi gloriosi del Bologna Football Club, quelli dell’ultimo scudetto vinto nella stagione 1963-1964; quelli dello “squadrone che tremare il mondo fa”.
Ma anche per chi è nato dopo e ha seguito la squadra in tempi meno fortunati la sua figura è un mito.

Nato a Mortegliano, in Friuli, nel 1937, il giocatore ha legato indissolubilmente la sua storia personale a quella della squadra felsinea: nel club cittadino, infatti, Pascutti è rimasto dal 1954 al 1969.
Esordì in serie A appena diciottenne e formò fin dal campionato 1958-1959 una affiatata coppia di ali con il compagno Marino Perani. Le sue presenze nella massima serie sono state duecentonovantasei e le reti segnate centrotrenta.

Fino al 1994 ha conservato il record di reti consecutive in campionato (n. 10) fino a che l’argentino Gabriel Batistuta non lo doppiò!
Militò con la maglia azzurra in due campionati del mondo (1962 e 1966) e collezionò diciassette presenze in Nazionale segnando otto reti.

Di grande carattere, di forte temperamento e dotato di indubbie qualità sportive, in realtà, prima del ritiro dall’attività agonistica fu suo malgrado protagonista di un episodio che segnò negativamente gli ultimi tempi della sua carriera. Era il 13 ottobre 1963, durante un incontro della Nazionale contro il team dell’URSS, Pascutti reagì mostrando il pugno ad un intervento del terzino Dubins’ky che lo marcava stretto e “pesante”.
L’immediata conseguenza fu l’espulsione al 23’. Come se non bastasse, la Nazionale fu sconfitta ed eliminata dagli Europei. Da allora, come una maledizione, quell’episodio lo perseguitò e tutti presero ad additarlo come “quello dal pugno facile”. In realtà, Pascutti si era sì avvicinato all’avversario russo e contro di lui aveva fatto il brutto gesto, ma non lo aveva assolutamente toccato.
Ad ogni sua successiva partita o vittoria in tutti i campi d’Italia venne regolarmente fischiato e coperto di improperi, tanto che si diceva scendesse in campo con i tappi di cera nelle orecchie per non sentire.

I tanti infortuni subiti lo costrinsero poi ad un ritiro precoce dal calcio giocato, tuttavia, Pascutti rimase nell’ambiente come allenatore di seconda categoria per club semiprofessionistici. Ha allenato diverse squadre: una è il Sassuolo, che ora milita in serie A.
Per i tifosi bolognesi è comunque sempre rimasto un’icona e il bomber per antonomasia.
Pascutti-Burgnich-park

Questa settimana, per i Giovedì a Palazzo Pepoli, il tema della visita-incontro sarà Bologna e la gloria del calcio passato: f.c. 1909 – Ospite d’eccezione: Simone Monari, giornalista di Repubblica Bologna.