Luigi Ferdinando Marsili e il “suo” vulcano

Vulcano Marsili
In questi ultimi giorni, si è molto parlato di un vulcano “gigante”, il più grande esistente in Europa e nel bacino del mar Mediterraneo, che si estende, sommerso, sui fondali del mar Tirreno tra la Calabria e la Sicilia. Occupa una superficie lunga 70 chilometri e larga oltre 30: questi dati, ricavati da un recente studio di un gruppo di ricerca internazionale, sono stati pubblicati su Gondwana Research.
Gli studiosi, che fanno parte dell’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, hanno iniziato la campagna di esplorazione cinque anni or sono.

Ma, direte Voi lettori, che cosa centra questo vulcano con Luigi Ferdinando Marsili (Bologna, 1658-1730)? Ebbene, per chi non lo sapesse, il vulcano di cui sopra, porta proprio il nome dell’illustre uomo felsineo. Gli fu attribuito negli anni Venti del secolo scorso.

Luigi Ferdinando Marsili, figlio terzogenito di una nobile famiglia, nel corso della sua lunga e avventurosa vita, fu viaggiatore, militare con il grado di generale, combattè contro i Turchi e fu fatto prigioniero. Di ogni paese amava apprendere la cultura e la lingua, comprese l’arabo e il turco. Fu scienziato di fama mondiale e precorse la moderna oceanografia. A Bologna fondò l’Istituto delle Scienze, per merito del quale la nostra città venne a partecipare fra il XVII e il XVIII secolo ad un dialogo scientifico di livello internazionale. L’Istituto e la Specola costituiscono oggi i Musei universitari di Palazzo Poggi.

Non è escluso che, dopo gli studi recentemente svolti, il vulcano Marsili venga inserito tra quelli italiani attivi come il Vesuvio e l’Etna, al contrario di quanto era stato considerato anni fa.

Speriamo che non decida di risvegliarsi a breve…