Imelda Lambertazzi, una Giulietta bolognese

Imelda de Lambertazzi
Pochi lo sanno, ma anche la nostra città visse una storia d’amore e morte simile a quella dei notissimi Giulietta e Romeo a Verona.

Nella Bologna del XIII° secolo, due famiglie di fazioni opposte: i guelfi (Geremei) e i ghibellini (Lambertazzi) si contrastavano in tutti i modi.
Correva l’anno 1273: da tempo i Bolognesi erano coinvolti in una lotta senza quartiere tra le due parti. Scontri armati quotidiani, imboscate notturne, omicidi: pareva proprio che l’eliminazione definitiva dei Lambertazzi fosse l’unico scopo dei Geremei e viceversa.

Ebbene, accadde proprio l’imprevedibile: Bonifazio Geremei e Imelda Lambertazzi si innamorarono follemente l’uno dell’altro e fecero di tutto per vivere il loro appassionato amore, seppure di nascosto. Una notte, Bonifazio fu sorpreso nella stanza da letto di Imelda dai fratelli di lei, che nutrivano ormai forti sospetti ed erano stati in guardia.
I Lambertazzi prelevarono il poveretto e lo portarono nei sotterranei della loro dimora, dove lo uccisero con una coltellata al cuore e, realizzando ciò che questo evento avrebbe potuto scatenare, decisero di nascondere il cadavere seppellendolo sotto il nudo pavimento. Imelda aveva ovviamente assistito al rapimento del suo innamorato, ma non sapeva che era morto; inoltre, i fratelli le avevano ingiunto di non far parola sull’accaduto poiché ne sarebbe andato della loro stessa esistenza.

L’amore, però, non accetta imposizioni e la poveretta iniziò a cercare Bonifazio e iniziò a vagare per tutta la casa seguendo alcune tracce di sangue: arrivata ai sotterranei vide la terra smossa e scoprì il cadavere di Bonifazio.
Dopo aver pianto tutte le sue lacrime, decise di non sopravvivere al suo amato e la leggenda prosegue tramandandoci che, fornitasi di un potente veleno, ne sparse in grande quantità sul corpo esanime del giovane, mescolandolo al sangue ancora fresco e poi leccandone le ferite. Il micidiale “miscuglio” risultò ovviamente letale e Imelda trovò essa stessa la morte.

Le ostilità tra le due famiglie, se possibile, crebbero ancora fino a che i Lambertazzi furono costretti ad andare in esilio in Romagna, seguiti da migliaia di sostenitori della loro parte.
Come per le vicende narrate da Shakespeare, anche questa ispirò fior di letterati e musicisti, tra gli altri, il grande Gaetano Donizetti scrisse un melodramma rappresentato per la prima volta al Teatro San Carlo di Napoli nel 1830.

L’amore non smette mai di essere fonte di ispirazione…

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