I Drammi di Max Klinger a Palazzo Fava

Opus IX – Drammi (Dramen), Berlino 1883
In mostra a Palazzo Fava fino al 11 gennaio 2015 all’interno della mostra Max Klinger. L’inconscio della realtà

frontespizio

Frontespizio, Drammi, Opus IX, Max Klinger

Questo ciclo di dieci tavole (più il frontespizio) è l’opera di Klinger più caratterizzata da una figurazione realistica incentrata sulla denuncia critica agli aspetti più violenti della società, dai fatti di cronaca nera alle repressioni politiche dei moti popolari. L’ispirazione per queste tavole proveniva direttamente dalla lettura dei giornali e dalle discussioni bevendo birra attorno a un tavolo, come spiegherà più tardi l’artista in una lettera a un amico, in cui si legge anche questa importante precisazione: “Era l’epoca della mia infatuazione per Zola (a cui volevo in effetti dedicare i Drammi) per i Goncourt, per Flaubert”¹.
La qualità peculiare di queste scene veristiche (senza alcun aspetto o intermezzo con valenze simboliche) è il sorprendente e inquietante effetto di straniamento della realtà rappresentata, che trasmette, per usare le parole di de Chirico, il senso romantico del dramma moderno nei suoi aspetti più strani e profondi.
Come si legge nella tavola introduttiva con il titolo, l’Opus è costituito da “VI motivi in X fogli incisi e composti da Max Klinger”. Questi motivi hanno lunghezze diverse e formano un insieme ben ritmato: due episodi descritti in fogli singoli; una storia in tre immagini; altri due fogli singoli; e ancora una vicenda in tre immagini.

In flagrante, Drammi, Opus IX, Max Klinger, 1883

In flagrante, Drammi, Opus IX, Max Klinger, 1883

Per il commento alla prima scena ci affidiamo alla magistrale analisi di de Chirico: “Nell’acquaforte intitolata In flagrante vediamo quell’aspetto nostalgico della villa (…) completato dalla spettrale drammaticità che trovasi anche in certe felici scene cinematografiche; è notte di luna, si vede il muro d’una villa; di dietro le imposte d’una finestra al secondo piano, un uomo, il marito ha sparato sulla coppia adultera che stava sulla terrazza sottostante (…) L’amante colpito è stramazzato sulle lastre del terrazzo; non si vedono che le gambe e un lembo di giacca (…) La donna in preda allo spavento si nasconde premendosi le mani sulle orecchie nell’attesa angosciosa del secondo sparo. Piante e larghe foglie d’alberi che sorgono intorno aumentano la potenza stranamente tragica di questa scena. E’ una delle più belle immaginazioni di Klinger”².

Secondo episodio, Un passo. Questa immagine (che si collega in parte a Sulla strada nell’Opus Una vita) ci mostra una donna angosciata che una vecchia ruffiana sta convincendo, o obbligando, ad accettare di prostituirsi , sembra per la prima volta. Il cliente aspetta in fondo nell’oscurità.
Il trittico Una madre, è la vicenda più drammatica e commovente, ma la sua crudezza realistica ha una tensione estetica (determinata in particolare dalle straordinarie inquadrature prospettiche dei contesti architettonici) tale da creare una suspense visiva e emotiva che trascende i limiti della descrizione del fatto di cronaca (realmente avvenuto nel 1881 a Berlino). La prima immagine mostra la lite tremenda fra la madre e il marito alcolizzato, su un balcone di una casa di ringhiera. La seconda, il momento successivo al salvataggio della madre che, per suicidarsi si era buttata in acqua con il figlio, il cui corpo annegato giace sdraiato sul pontile. La terza scena è dedicata al processo contro la madre disperata che viene alla fine assolta.

Seguono due tetre rappresentazioni di morte. Nell’una si vedono, in un bosco, solo i vestiti abbandonati di un suicida. E nell’altra, sotto un ponte, con sullo sfondo delle ciminiere di fabbriche, il ritrovamento di un uomo assassinato che suscita la morbosa curiosità della gente intorno.
La dura repressione di una manifestazione contro le leggi antisocialiste di Bismark (1883) è il tema descritto in tre atti nell’ultima parte, Le Giornate di marzo: la manifestazione, lo scontro con barricate e sparatorie, e infine il funereo corteo notturno degli arrestati destinati al patibolo.
L’Opus è qui completo

NOTE
1) Lettera a Max Lehrs, 1 marzo 1916, cit. in M.Geyer e T.Laps (a cura di), cat. mostra cit., p. 142.
2) G.de Chirico, Klinger, op.cit.

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