I Carracci a Palazzo Fava

Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni di Genus Bononiae

Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni di Genus Bononiae

I Carracci, Annibale, il fratello Agostino e loro cugino Ludovico sono tra i più celebri pittori bolognesi che operarono tra Cinquecento e Seicento. La loro produzione artistica assunse un rilievo nuovo nella storia dell’arte italiana ed europea di quell’epoca, esercitando un enorme influsso sulle generazioni successive.

Diedero vita a un’arte fondata su una rinnovata coscienza della natura e sull’accurato studio del vero, contribuendo allo sviluppo dello stile barocco in opposizione all’artificialità del tardo manierismo.

Verso la fine del Cinquecento, i Carracci fondarono quella che è stata definita la prima scuola privata di pittura dell’età moderna: l’Accademia degli Incamminati. Annibale, sicuramente il più talentuoso dei tre, fu poi chiamato a Roma a lavorare per la potente famiglia Farnese, mentre Ludovico e Agostino rimasero radicati a Bologna.

Ma è proprio a Palazzo Favache comincia la loro “avventura”. Qui i Carracci realizzarono il loro primo lavoro su commissione e il primo importante ciclo di affreschi della loro carriera. Nel 1584, infatti, grazie anche all’intercessione di Antonio Carracci, padre di Annibale e Agostino e sarto della famiglia Fava, il conte Filippo Fava affidò la decorazione dell’intero piano nobile del palazzo ai giovani artisti, che diedero subito prova del loro talento realizzando un gioiello assoluto dell’arte bolognese e italiana.

Grazie ai Fava, famiglia di mecenati che ha giocato un ruolo fondamentale per la storia e lo sviluppo artistico di Bologna, Palazzo Fava divenne luogo di studio per i giovani artisti dell’epoca, che poterono usufruire di ponteggi mobili per osservare da vicino le avventure e gli eroismi rappresentati nei fregi del ciclo di Giasone e Medea e in quello di Enea.

Oggi come allora, Palazzo Fava rappresenta il luogo dell’arte e della sperimentazione dove gli splendidi affreschi carracceschi dominano dall’alto e dialogano con le opere in mostra nelle sale espositive.