Due luoghi di spettacolo scomparsi: il Teatro Apollo e il Teatro Verdi

Teatro Verdi, la Boheme
Via dell’Indipendenza è una delle principali arterie di Bologna. Di realizzazione relativamente recente (fu aperta nel 1884 per collegare il centro cittadino con la nuova stazione ferroviaria), ospitò fino a qualche anno fa molti cinematografi. Tali locali erano stati ancor prima famosi teatri. Ora –ahimè- non esistono più nemmeno i cinematografi…

E’ pertanto quasi un dovere ricordare questi luoghi di incontro e di cultura, che hanno caratterizzato grande parte della storia locale. Parleremo dunque del Teatro Apollo (poi cinema Metropolitan) e del Teatro Verdi (poi cinema Capitol).
Nel 1912 fu deciso che dovevano essere demolite alcune catapecchie in via dell’Orso. Il 12 ottobre di un anno dopo su quell’area venne inaugurato il Teatro Apollo, al quale si accedeva entrando dal civico 38 di via dell’Indipendenza. Ben presto, il locale divenne famosissimo: ospitò spettacoli di varietà, di cafè-chantant, operette e riviste; raramente anche opere liriche.

Nel 1938 vi fu un serio decadimento, ma il teatro continuò ad essere attivo finché, durante il bombardamento del 25 settembre 1943, fu ridotto in macerie. Dopo la fine della seconda guerra mondiale fu recuperato e nel 1950 venne trasformato nel cinema Metropolitan. Ora è sede di un’attività commerciale.

Il Teatro Verdi, già teatro Olimpia, si trovava nel retro di Palazzo Giordani, in angolo con via Galliera e via Milazzo. Divenuto teatro stabile, ebbe una fama prestigiosa: pur avendo in cartellone commedie dialettali, riviste e spettacoli di varietà come il teatro Apollo, vi sostarono anche famose compagnie di prosa e si tennero allestimenti di opere liriche di ottima qualità. Inaugurato nell’aprile 1907 su progetto dell’ing. Lambertini, l’edificio aveva l’ingresso su via Milazzo e una caratteristica ingegnosa: per ovviare alla deficienza di altezza, si era abbassato il piano terra a un livello inferiore a quello del portico e della strada. Così facendo, il locale poteva contenere fino a millequattrocento persone. L’inaugurazione avvenne con la rappresentazione dell’opera “Mignon”. Nel 1923 Umberto Tirelli vi fece il suo debutto con il “Teatro Nazionale delle teste di legno”.

Nel 1925 l’intero ambiente fu oggetto di una ristrutturazione per adattarlo alle esigenze della modernità. Il restauro della parte strutturale fu affidato all’arch. Arata e all’ing. Rabbi, mentre il pittore Giovanni Romagnoli ricevette l’incarico per la creazione dei motivi ornamentali e decorativi. Il nuovo teatro venne inaugurato nel marzo 1928. In seguito, tra l’altro, si tenne su quel palcoscenico la prima riuscitissima esibizione dei divi della radio, come ricorda Alessandro Cervellati nel suo “Bologna divertita”.
Il terribile bombardamento del 25 settembre 1943 colpì lo stabile in maniera assai grave. Nel dopoguerra il locale fu ricostruito e riaprì nel 1959 come cinema Capitol. Fortunatamente, pur essendo diventato una multisala, il luogo conserva tuttora la sua “vocazione”.

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