Caterina de’ Vigri: la Santa di Bologna

De Vigri

Apoteosi di Santa Caterina de’ Vigri

A Bologna, la “Santa” per antonomasia è Caterina de’Vigri.

Nata a Bologna l’8 settembre 1413 in una famiglia di giuristi che aveva le proprie case in via de’ Toschi, si trasferì in tenera età a Ferrara, dove il padre Giovanni (uomo coltissimo e raffinato) aveva ricevuto un importante incarico presso la corte estense. In tale ambiente ricco di stimoli culturali e artistici la giovanissima Caterina divenne dama di compagnia della figlia del duca Niccolò: Margherita d’Este.

Quella corte, passata alla storia come una delle più importanti dell’epoca, permise alla fanciulla di ricevere la migliore educazione possibile: oltre ad imparare a scrivere e leggere in italiano e in latino, fu educata alla musica (suonava il liuto) e alla pittura, oltre che alla poesia.
Religiosissima, a quindici anni entrò a far parte di un gruppo di donne creato dalla devota Lucia Mascheroni, che aveva come fine quello di vivere una vita di fede e contemplazione. Ma anche tra coloro che sono armati delle migliori intenzioni, a volte, subentrano conflitti e divisioni. Ben presto, infatti, questa comunità (legata all’ordine agostiniano) ebbe alcune difficoltà e Caterina decise di optare per l’ordine francescano. Il monastero delle Clarisse a Ferrara l’accolse dunque come novizia.

In quel convento, Caterina svolse tutti i ruoli dai più modesti ai più faticosi, prima di assumerne uno alto. Queste umili attività furono la molla ispiratrice per scrivere il suo libro più noto: Le sette armi spirituali, che si può definire come una vera e propria guida per le giovani che intendono percorrere la vita religiosa e si trovano alle prese con tentazioni e ostacoli. Questa opera venne poi resa nota dopo il 1470, a pochi anni dalla sua morte. Caterina stessa l’ aveva tenuta nascosta, rivelandone l’esistenza solo al suo confessore. Costui rimase subito impressionato dallo scritto e segretamente ne fece stampare un certo numero di copie che, dunque, nonostante tutto ne permisero la conoscenza al di fuori dalle mura del monastero.

Il ritorno di Caterina a Bologna avvenne nella notte del 22 luglio 1456. Accompagnata da un notevole corteo composto da monache e nobili ferraresi (tra i quali non mancava la sua amica d’infanzia Margherita d’Este), si imbarcò presso il porto estense e lungo il Canale Navile arrivò nella sua città natale, dove fu accolta con espressioni festose dal popolo e dalle autorità. In questo viaggio, tra le altre, la seguì Illuminata Bembo, la sua biografa che, dopo la sua morte, pubblicò Specchio d’illuminazione, in realtà una vera e propria celebrazione. Nel novembre dello stesso anno, dopo aver dimorato presso diverse strutture, Caterina e le sue consorelle presero possesso del nuovo monastero del Corpus Domini, con annessa chiesa, presso Porta San Mamolo (ora via Tagliapietre).

Piccola di statura, di colorito ambrato, pare non fosse una bellezza, ma la sua tempra traspariva al di sopra dell’aspetto fisico: erano la sua grazia e la sua autorevolezza a renderla attraente.
Il Corpus Domini divenne infatti ben presto un luogo di riferimento assai significativo per Bologna. L’alta guida morale, spirituale e culturale di Caterina consigliò molte famiglie nobili a scegliere quel luogo per le figlie che erano destinate alla vita religiosa: comprese quelle di Ginevra Sforza e Giovanni II Bentivoglio, le giovani Camilla e Isotta.

La “Santa” morì il 9 marzo 1463. La sua scomparsa ebbe vasta eco in quella Bologna di fine Quattrocento, che da allora, e per tutto il secolo seguente, vide l’affermarsi di donne artiste come Properzia de Rossi, Elisabetta Sirani, Lavinia Fontana e molte altre. Dopo la sepoltura, si verificarono alcune manifestazioni organiche inspiegabili a tutti, perfino agli scienziati. Circa diciotto giorni più tardi fu quindi deciso di dissotterrare il corpo: era totalmente incorrotto ed emanava profumo. Le consorelle gridarono al miracolo e la posero in posizione seduta in una cappella, che esiste tuttora e che fu arricchita nel tempo di pregevoli decorazioni.

Questo prodigio provocò subito una immensa devozione popolare. Fu iniziato il processo di canonizzazione che però si rivelò assai lungo. Solo nel 1712, sotto il regno di papa Benedetto XIV (il bolognese Prospero Lambertini), Caterina fu proclamata santa.
Nonostante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, ancora oggi la cappella che custodisce le spoglie della “Santa” è visitabile. Caterina de’ Vigri, insieme a San Petronio, è la protettrice della città.

Nel mese di marzo il ciclo di visite guidate I Giovedì a Palazzo Pepoli è dedicato a “Storie di donne”:
5/3  Caterina De Vigri
12/3 Properzia De Rossi
19/3 Lina Bianconcini Cavazza
26/3 Irma Bandiera

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