Albert Einstein, un “curioso appassionato” a Bologna

Lettera di Albert Einstein durante il soggiorno italiano

Lettera di Albert Einstein durante il soggiorno italiano

Chi di noi non ha mai visto quella splendida immagine che immortala Albert Einstein, uno dei più grandi geni dell’umanità, nel fare una linguaccia? È diventata talmente famosa che si è arrivati a registrare un marchio…E se la sua teoria sulla relatività è conosciuta in tutto il mondo, forse non tutti sanno che anche Bologna ebbe l’onore di ospitarlo.

Nel 1921, anno in cui gli fu attribuito il Premio Nobel per la fisica, Albert Einstein, fu invitato in città per tenere tre conferenze. Estensori di tale invito erano Federigo Enriques (docente di Geometria proiettiva all’Alma Mater) e un Comitato cittadino che promuoveva la divulgazione scientifica. Tema degli incontri era la presentazione della teoria della relatività ristretta e generale che il grande scienziato aveva sviluppato.

Le cronache ci tramandano che fu accolto come un divo, soprattutto dagli studenti universitari. Né, d’altra parte, poteva essere diversamente: scienziato, filosofo, pensatore e politico di grande autorevolezza, affascinava chiunque gli si accostasse. Le conferenze si tennero nei giorni 22, 24 e 26 ottobre. Sede degli incontri fu la sala dello Stabat Mater, all’Archiginnasio, antica sede dello Studio bolognese: di questa storica visita rimangono alcune belle fotografie.

Tra il 2005 e il 2006 la nostra Università dedicò alla vicenda una documentata esposizione, allestita nelle sale di Palazzo Poggi e nel bel volume Einstein parla italiano (edito nel 2008) si può leggere la testimonianza diretta dell’arrivo a Bologna dello scienziato in un ricordo di Adriana Enriques, figlia del professor Federigo. La signora narra che davanti ad un gruppetto di persone che lo attendeva sotto la pensilina della stazione centrale, Einstein scese da un vagone di terza classe, come un viaggiatore qualsiasi, anzi come un viaggiatore senza tante possibilità!
Il premio Nobel fu legato da profonda amicizia ad Enriques e collaborò strettamente con lui anche per la rivista Scientia.

Tra i moltissimi documenti d’archivio conservati nella Biblioteca d’Arte e di Storia San Giorgio in Poggiale vi è uno scritto autografo di Einstein, da datare proprio nel momento in cui egli si trovava in Italia per tenere le conferenze bolognesi; è in lingua tedesca ed è indirizzato alla prima moglie, Mileva Maric.

Se Einstein non fosse stato un “curioso appassionato” oggi il mondo sarebbe più povero. Allora, come non fare nostra un’altra delle sue celebri frasi: “La logica ti porta da A a B. L’immaginazione ti porta ovunque” …